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Campagna Sfratti Zero

La Carta di Belém

La dichiarazione di Belém

I cittadini della città di Belem del Parà, regione amazzonica brasiliana, città che sarà la prossima sede del Forum Sociale mondiale del 2009 ed è candidata anche ad essere sede della Coppa del mondo di calcio nel 2014, articolati in 4 organizzazioni nazionali di movimenti sociali: Confederação Nacional de Associações de Moradores, Central de Movimentos Populares, Movimento Nacional de Luta pela Moradia e União Nacional por Moradia Popular (la Confederazione Nazionale delle Associazioni degli abitanti, La Centrale dei Movimenti Popolari, il Movimento Nazionale di Lotta per la Casa e l’Unione Nazionale per la Casa).

La dichiarazione di Belém

Dichiarano:

La dichiarazione di Belém

  1. A causa della sua peculiarità amazzonica, data dalla sua localizzazione alla foce del più grande bacino idrografico del mondo, Belem è veramente la città delle Acque. La città comprende sei grandi bacini idrografici nel suo territorio urbano, oltre ad altri minori, è formata da una catena insulare di più di 40 isole, essendo vicina a grandi fiumi, attraversata da piccoli canali, igarapès e micro-bacini idrografici. Il fiume fa parte del paesaggio quotidiano della popolazione della città, tuttavia, tale risorsa naturale è usata, oggi, più come canale per lo scarico delle fognature e dei residui solidi prodotti. L’opportunità di gestirlo come risorsa ornamentale del paesaggio della città non è presa in considerazione.
  1. Belem è una città tropicale, clima caldo e umido, con sbalzi di temperatura limitati e senza stagioni climatiche ben definite. La temperature più elevate si verificano da luglio a novembre, media di 26 gradi, massima di 38 gradi e minima di 20 gradi. L’“inverno”, ossia il periodo più piovoso dell’anno, è tra dicembre e maggio (e che coinciderà con la data dell’FSM in gennaio). Tuttavia, durante tutto l’anno, quasi tutti i pomeriggi, scoppia un breve temporale che è diventato esso stesso un termine di riferimento della città.
  1. Per completare il quadro, la città fu costruita 4 metri sotto il livello del mare, generando problemi che coinvolgono le persone, la natura e la vita in generale, facendo emergere con forza i temi ambientali come l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, lo smaltimento dei rifiuti e degli scarti urbani, temi intimamente legati alle questioni sociali, combinando così la fragilità ambientale con la vulnerabilità sociale.
  1. Al di là della vicinanza dell’abitato ai corsi d’acqua, caratteristica della regione, nella parte continentale della città le occupazioni e gli insediamenti precari si localizzano prevalentemente nelle aree a rischio più elevato di allagamento, plasmate da un modello di gestione urbana che ha favorito conflitti e contraddizioni, disegnando i contorni mal definiti della città con un tipo di urbanizzazione che concentra le opportunità immobiliari e l’accesso all’informazione in isole esclusive e protette, dove si sono stanziate le famiglie di classe media-alta, con i loro cani da guardia in condomini chiusi, lasciando i poveri nella non-città, senza le infrastrutture primarie urbane, sulle palafitte, in uno spazio sprovvisto dei servizi urbani più elementari.
  1. Dall’altra parte, nonostante la sua “aurea di metropoli”, con una popolazione da città di media ampiezza con circa un milione e mezzo di abitanti, la classe media di Belem coltiva valori ancora marcatamente provinciali che provocano, per esempio, congestionamenti quotidiani del traffico, nel già caotico transito interno della città, quando si formano, ad esempio, doppie file di auto di fronte ai collegi privati. Questo intensifica la percezione della città come proprietà privata dei suoi “capitani ereditari” propiziando conflitti, come nel caso della discussione sul nuovo piano regolatore, dove i rappresentanti della classe medio-alta tentano di difendere la rapida verticalizzazione delle zone centrali e più ricche della città, nonostante la configurazione climatica dell’area contrasti con tali atrocità.
  1. E’ questa stessa logica – questa è la nostra principale preoccupazione – che orienta opere di “abbellimento” della città per i grandi eventi futuri, principalmente perchè la logistica e l’infrastruttura urbana necessaria attuale non possono sostenere la portata di tali eventi dato che, la momento, la città dispone solo di 8.000 posti-letti nella rete alberghiera locale.

La costruzione di un Osservatorio sulle Politiche Pubbliche a Belem, nel tentativo di articolare ricerche che considerino l’influenza esercitata dal contesto urbano di Belem sui valori, sulle attitudini e i comportamenti politici e sull’impatto di tali eventi sull’esercizio della cittadinanza, al fine di sviluppare una ricerca che coinvolga non solo gli aspetti quantitativi in cui le politiche adottate dal potere pubblico rappresentino davvero la società, ma anche gli aspetti qualitativi che queste politiche hanno sulla vita dei cittadini di Belem.

Noi adotteremo strategie di integrazione tra le varie organizzazioni coinvolte in questo processo, con l’obiettivo di articolare le ricerche già esistenti, con la costruzione di una nuova base di dati di facile accesso, a partire dalla definizione di una metodologia comune che orienti la ricerca e i progetti realizzati dalle istituzioni e dalle entità partecipanti.

Noi promuoveremo l’accompagnamento e la valutazione dei finanziamenti, dei meccanismi di distribuzione e di controllo sociale, la definizione delle priorità e degli obiettivi sociali delle politiche pubbliche in qualsiasi intervento proposto, già in atto o previsto per la preparazione della città a questi due eventi internazionali, con metodologie e dinamiche che privilegino la formazione di competenze nella popolazione per l’implementazione di soluzioni di cittadinanza nella concretizzazione del Diritto alla Città.

BELÉM, PARÁ, AMAZÔNIA, BRASIL

5 di Marzo 2008

La dichiarazione di Belém

Il popolo della città di Belem.